Zanzibar
Regione semi autonoma della Tanzania comprende le isole di Unguja, Pemba e altre isolette minori. Bagamoyo, sulla costa della Tanzania, si trova a circa 40km dalla capitale dell’isola, Stone Town.
Il suo nome deriva probabilmente da una parola persiana, Zang-i-bar, che significa Terra dei neri. Potrebbe però anche derivare dall’arabo Zanjabil che vuol dire zenzero in Arabo.
Influenzata da culture arabe, persiane e bantu risulta essere la più rappresentativa della cultura Swahili. Zanzibar è conosciuta per molte ragioni, prima tra tutte la sua importanza passata nel commercio con l’Medio Oriente e con l’Asia.
Viene comunemente associata al commercio degli schiavi e quello delle spezie. Il centro storico di Stone Town è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità UNESCO essendo una ricca testimonianza della cultura locale.
È oggi una destinazione turistica molto richiesta grazie ai luoghi di interesse storico e ambientale, e alle sue spiagge bianche coralline. Le calde acque cristallina dell’Oceano Indiano, così ricche di fauna marina la rendono molto amata da chi ama il relax sulla spiaggia, lo snorkeling, le immersioni e un po’ di storia.
L'arcipelago si estende pochi gradi a sud dell'equatore ed ha un clima tropicale e monsonico.
Gli alisei soffiano da nord-est nel periodo da dicembre a marzo e da sud-est da maggio a ottobre.
Ci sono due stagioni delle piogge; La prima (chiamata localmente mwaka) dura da metà marzo a maggio, con precipitazioni molto intense.
La seconda stagione, fra ottobre e dicembre (talvolta fino a gennaio) e dominata dai monsoni provenienti dal nord chiamati localmente kasikazi, è meno intensa. I mesi più caldi sono tra dicembre e marzo con temperature tra i 32°C e i 24°C (89.6–75,2°F). I mesi più freddi sono tra giugno e agosto con temperature tra i 29°C e i 18°C (84.2°F-64.4°F)
L’arcipelago fu abitato fin dalla preistoria dalla popolazione bantu che si era organizzata in comunità agricole. Verso la fine del primo millennio cominciò la forte influenza araba e persiana che utilizzarono Zanzibar come punto importante nella loro vasta rete commerciale.
Verso la fine del XV secolo i Portoghesi approdarono a Zanzibar e cominciarono a razziare ripetutamente le città costiere africane. Imponendosi militarmente nell’isola, causarono un declino del sistema commerciale e della società swahili. Divenne poi, nel 1698, un sultanato dell’Oman e riacquistò importanza nel ruolo commerciale specialmente per le spezie e per l’avorio e poco dopo per gli schiavi.
Nel 1840 la capitale del sultanato fu spostata dall’Oman a Stone Town. Una lotta interna nel 1861 portò l’Oman a separarsi da quello che diventò il sultanato di Zanzibar. Negli anni l’influenza degli inglesi si fece sentire sempre più forte, tanto che, nel 1890 il trattato di Heligoland-Zanzibar, assegnò agli inglesi il controllo di Zanzibar rendendola un protettorato britannico.
Restò a capo il sultano di Zanzibar che doveva però rispondere ai Visir (consiglieri britannici) per qualunque cosa. Durante questo periodo furono gli inglesi ad imporre la fine della schiavitù. Zanzibar rimase sotto il controllo inglese fino al 1963, quando iniziò il processo di decolonizzazione.
Fu lasciata al sultano l’indipendenza totale e l’arcipelago divenne una monarchia costituzionale. La rivoluzione di Zanzibar dell’anno successivo pose fine al sultanato e sancì l’unione con la Tanganica e, il 29 ottobre del 1964, divennero la Repubblica Unita della Tanzania.
Il rapporto tra Zanzibar e il resto del paese, però era ed è sempre stato difficile e contrastato.
La sua economia si basa ancora oggi sulla produzione di chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e zenzero e sull’esportazione di alghe e cocco.
In 1974 Zanzibar è stato il primo paese Africano ad introdurre la televisione a colori.
Oggi l’economia conta molto anche sul turismo.
La fauna di Zanzibar è molto legata a quella del continente. La specie endemica più conosciuta è il colobo rosso di Zanzibar (procolobus kirkii) che è una dei primati più rari.
Il leopardo di Zanzibar è un animale endemico dell’arcipelago che si pensava estinto fino a quando, nel 2017, è stato avvistato un esemplare che fa ben sperare che vivi ancora in qualche angolo remoto dell’isola.
Si possono ancora avvistare esemplari di genetta servalina di Zanzibar (Genetta servalina archeri). Vivono ancora nelle foreste diverse specie di scimmie, cinghiali, civette, manguste e piccole antilopi.
Le tartarughe scelgono le sue spiagge per riprodursi e principalmente la zona di conservazione di Menai Bay.
Numerosissime sono le farfalle che volano sull’isola accompagnate da un gran numero di uccelli.
Le isole dell'arcipelago sono generalmente collinose, senza grandi rilievi. Un tempo coperte da foresta pluviale, che, nel corso dei secoli sono state quasi completamente deforestate a favore di terreno agricolo.
Tratti di foresta originaria di dimensioni significative si trovano solo nelle tre aree naturali protette principali: la foresta di Jozani a Unguja e le foreste di Ngezi e Msitu Mkuu a Pemba